Inteso come lasciare ignoto, non tanto omettendo i nostri dati anagrafici, ma non manifestando la propria identità; Adesso va di moda affrontare il tema privacy, come se spendere il proprio nome abbia reale importanza per se stessi. Quello che si difende è la propria essenza, la propria identità.
L’identità è un concetto sociale, che noi stessi con consapevolezza possiamo trasmettere agli altri; Ma com’è quest’immagine che scegliamo di dare di noi stessi? Esprimere se stessi è diventato un classificarsi all’interno di definizioni predisposte dalla società: “Io sono sposato, io sono direttore, io sono responsabile”. Ma di cosa? Di chi? Ma soprattutto, Perché?
Gli appellativi permettono di delineare quel confine chiamato confort zone per la gran parte delle persone, senza prima aver definito le nostre intenzioni a lungo termie. Le definizioni se utilizzate come strumento per permettere un sano dialogo, diventano funzionali a noi stessi; Un perseguire un obbiettivo nella vita quanto più simile ai nostri valori ed in linea con la nostra Mission. Il presupposto è avere una buona dimestichezza delle proprie capacità e una conoscenza dei propri obbiettivi/valori.

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